Narratore: Antonio Manfroni – Mulino Manfroni

Anche la macchia parla, ha storie da raccontare. E lo fa nel linguaggio che gli è proprio. Lo sciabordio delle acque. Lo stormire delle fronde. Il tamburellare di un picchio. Il cigolio di una vecchia staccionata. E’ anche il paesaggio sonoro a conferire identità ai luoghi. 

Il mulino Manfroni costituisce un esempio di archeologia industriale. Attualmente risulta visibile ben poco dell’edificio originario, che cessata la sua funzione negli anni Cinquanta del Novecento ha subito un rapido processo di decadimento. Il Mulino sfruttava le acque del torrente Timone, debitamente incanalate, per la macinazione di cereali destinati al consumo delle famiglie celleresi. Lungo il percorso del Timone sono presenti altri mulini, alimentati anch’essi dall’energia idrica. In passato questi opifici, quando si trovavano nel pieno delle loro funzioni, erano mèta di assidua frequentazione da parte dei clienti, pertanto l’edificio risultava facilmente raggiungibile sia da carri sia da animali da soma. La presenza di questi manufatti testimonia di quanto nel passato la zona fosse considerevolmente dissimile da quanto oggi appare ai frequentatori del parco, essendo più un luogo di produzione e di attività lavorative che non un sentiero naturalistico da percorre per diletto e svago.