Prospettiva Antropologica

Il Museo del brigantaggio di Cellere

si propone di suggerire una chiave di lettura, inedita anche se non esaustiva, del territorio, del paesaggio, della cultura e della storia del brigantaggio maremmano.

La prospettiva

che adotta è quella di carattere antropologico, la quale si esprime tramite un costante lavoro di definizione dei contesti culturali, sia quelli all’interno del quale il brigantaggio maremmano prese forma, ma anche quelli che oggi fanno da scenario alla sua patrimonializzazione. Oltre a ciò, una attenzione alla cultura materiale, alle fonti orali contemporanee, al trattamento che delle storie dei briganti hanno operato storici e scrittori locali, la polifonicità delle testimonianze presentate e la costante decostruzione e ridefinizione delle categorie interpretative completano lo sguardo attraverso il quale il Museo dà conto del brigantaggio. 

Il Museo del brigantaggio di Cellere

HAassunto come propria missione quella di suggerire una particolare interpretazione del territorio, del paesaggio, della cultura e della storia in virtù di una prospettiva specifica, in grado di fornire letture e connessioni inedite, anche se non esaustive. La sua realizzazione vuole costituire una forma di riconoscimento ad un territorio attraversato da laceranti fenomeni di illegalismo e che per molto tempo è stato associato a uomini che, con l’avvento della Modernità, vennero definiti briganti.
La prospettiva antropologica trova spazio nell’impegno ad illuminare ed interpretare cronache e comportamenti alla luce di contesti e logiche particolari espressi dai diversi soggetti in campo;

riscatta la cultura popolare, custode di memorie locali, di gesta e di personaggi; permette di ricostruire gli scenari quotidiani e quelli culturali entro cui contestualizzare e leggere gli eventi ricostruiti dalle forze dell’ordine e dagli apparati dello Stato, le drammatiche e audaci gesta compiute dai briganti e restituiteci da cronisti e da autori locali. Infine si interroga sulle dinamiche contemporanee per mezzo delle quali il brigante diventa in un patrimonio identitario. Dinamiche animate da soggetti diversamente posizionati, dagli enti locali alle imprese commerciali, tra i quali una particolare considerazione meritano gli studiosi locali: a questi ultimi si deve il recupero di fonti originali e un trattamento affettivo delle storie dei briganti.

Il Museo del brigantaggio di Cellere

HAassunto come propria missione quella di suggerire una particolare interpretazione del territorio, del paesaggio, della cultura e della storia in virtù di una prospettiva specifica, in grado di fornire letture e connessioni inedite, anche se non esaustive. La sua realizzazione vuole costituire una forma di riconoscimento ad un territorio attraversato da laceranti fenomeni di illegalismo e che per molto tempo è stato associato a uomini che, con l’avvento della Modernità, vennero definiti briganti.
La prospettiva antropologica trova spazio nell’impegno ad illuminare ed interpretare cronache e comportamenti alla luce di contesti e logiche particolari espressi dai diversi soggetti in campo;
riscatta la cultura popolare, custode di memorie locali, di gesta e di personaggi; permette di ricostruire gli scenari quotidiani e quelli culturali entro cui contestualizzare e leggere gli eventi ricostruiti dalle forze dell’ordine e dagli apparati dello Stato, le drammatiche e audaci gesta compiute dai briganti e restituiteci da cronisti e da autori locali. Infine si interroga sulle dinamiche contemporanee per mezzo delle quali il brigante diventa in un patrimonio identitario. Dinamiche animate da soggetti diversamente posizionati, dagli enti locali alle imprese commerciali, tra i quali una particolare considerazione meritano gli studiosi locali: a questi ultimi si deve il recupero di fonti originali e un trattamento affettivo delle storie dei briganti.